E' morto all'età di novantatré anni Andrea Camilleri: lo ricordiamo con affetto e riconoscenza per il suo impegno letterario, e il ricordo è più che mai doveroso avendolo insignito del Premio Letterario Castelfiorentino 2011 e avendolo potuto intervistare in quell'occasione (è un ricordo per me incancellabile) nella sua casa romana. Grande Camilleri!

Protagonista della scena letteraria internazionale, narratore, sceneggiatore e regista, saggista, Andrea Camilleri nasce a Porto Empedocle (Agrigento) nel 1925. Ha vissuto per lunghi anni a Roma. Dopo un accidentato percorso scolastico sullo sfondo delle vicende belliche, Camilleri comincia a scrivere pubblicando versi nel 1945 su "Mercurio". Dal 1948 al 1950 studia regia all’Accademia Nazionale d’Arte drammatica Silvio D’Amico di Roma e subito dopo inizia a lavorare come sceneggiatore e regista. Assunto alla RAI per concorso (ma non subito, perché iscritto al Partito Comunista), negli anni Sessanta si occupa come delegato alla produzione di sceneggiati polizieschi di grande successo, fra cui "Le inchieste del commissario Maigret" di Simenon interpretate da Gino Cervi, e della produzione in studio del teatro di Eduardo. Insegna al Centro Sperimentale di Cinematografia e cura importanti messe in scena di opere teatrali (Pirandello, Beckett, Eliot, Shakespeare). Nel 1977 gli viene affidata la cattedra di regia all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, che manterrà per vent’anni.

Nel 1978 debutta nella narrativa con il romanzo Il corso delle cose (scritto dieci anni prima), seguito nel 1981 da "Un filo di fumo", primo di una serie di romanzi ambientati nell’immaginaria cittadina siciliana di Vigata, e nel 1984 da "La strage dimenticata". Negli anni Novanta l’attività narrativa si affianca stabilmente a quella per il teatro con una serie di romanzi storici d’ambientazione siciliana quali "La stagione della caccia" (1992), "La bolla di componenda" (1993), "Il birraio di Preston" (1995), "La concessione del telefono" (1998), "La mossa del cavallo" (1999). Il grande successo arriva però con "La forma dell’acqua" (1994), primo romanzo poliziesco con protagonista il commissario Montalbano, che inaugura un clamoroso fenomeno letterario. Dal 1995 a oggi escono da Sellerio nella collana "La memoria" i romanzi di Montalbano, mentre la serie televisiva interpretata da Luca Zingaretti per la regia di Alberto Sironi consacra la popolarità sempre in crescita dello scrittore.

Nel solco dei grandi siciliani – da Verga e De Roberto a Pirandello, Brancati e Sciascia – e con il teatro nel sangue, Camilleri si conferma ad ogni appuntamento un formidabile inventore di storie di forte presa sulla realtà, tra gusto del documento d’archivio e rivisitazione en plain air di una Sicilia mitica e popolare, pagana e cristiana. Abilissimo "puparo" nel tenere i fili del racconto, raffinato pasticheur nella creazione di un linguaggio siculo-italiano d’ironica levità, l’autore di Montalbano ha saputo rinnovare il genere del giallo/noir riconfigurandolo secondo le atmosfere solari e le temperature espressive della provincia siciliana. Ed è ancora la Sicilia, con le sue storie antiche e attuali di malcostume e violenza, con i suoi riti fascinatori e la sua pietas, con la sua voglia di raccontarsi fra sofferta partecipazione e ironico distacco, la protagonista indiscussa della fervida stagione letteraria su cui si aprono gli anni Duemila.

Narratore arguto e affabile dei fatti e misfatti della sua terra, delle sue gesta grottesche e tragiche, lo scrittore tra i più letti e amati del nostro tempo intreccia memoria e fantasia in un suggestivo e godibilissimo amalgama affidato alle risorse espressive di un personale idioletto di matrice colta e popolare insieme. Il filone dei prediletti romanzi d’ispirazione storica e civile si arricchisce così di importanti titoli come "Il re di Girgenti" (2001), "La presa di Macallè" (2003), "Privo di titolo" (2005), "Il nipote del Negus" (2010), mentre tra i romanzi gialli si ricordano "La scomparsa di Patò" (2000) e "La rizzagliata" (2009). Escono inoltre "La pensione Eva", "Il tailleur grigio" e "Un sabato, con gli amici" (rispettivamente 2006, 2008 e 2009) e i volumi di racconti "Gocce di Sicilia" e "Racconti quotidiani" (ambedue 2001).

Nel 2003 Camilleri raccoglie nel volume Teatro edito da Lombardi tre adattamenti teatrali scritti e realizzati in collaborazione con Giuseppe Dipasquale ("Il birraio di Preston", "Troppu trafficu ppi nenti", "La cattura"). Tra il 2007 e il 2009 lo scrittore pubblica una trilogia di romanzi fantastici a sfondo mitologico: "Maruzza Musumeci" (2007), "Il casellante" (2008), "Il sonaglio" (2009). È poi la volta del romanzo pirandelliano "La tripla vita di Michele Sparacino" (2009), del thriller finanziario "L’intermittenza" (2010) e di "Acqua in bocca" (2010), scritto a quattro mani con Carlo Lucarelli nella forma epistolare già sperimentata con successo ne "La scomparsa di Patò".

Di notevole interesse anche la serie dei romanzi dedicati a grandi pittori:" Il colore del sole" a Caravaggio (2007), "La Vucciria" a Guttuso" (2008) e "Il cielo rubato-Dossier Renoir" (2009). Ricordiamo ancora il romanzo La moneta di Akragas (2001) e la raccolta di racconti "Gran Circo Taddei e altre storie di Vigàta" e "Il gioco degli specchi" (ambedue 2011).

Risale al 2004 il «Meridiano» mondadoriano di Camilleri che raccoglie in due volumi le "Storie di Montalbano" e i "Romanzi storici e civili".

I suoi libri, la cui pubblicazione è continuata ininterrottamente anche negli ultimi anni, sono tradotti in decine di paesi, con decine di milioni di copie vendute.

Addio, Camilleri! Ti ricorderemo.

Marco Marchi